Novi sorge nella Valle Scrivia, a ridosso dell’Appennino Ligure. Le origini di Novi sono attestate con certezza a partire dal 1135 quando viene redatto il primo atto ufficiale. Costantemente legata a Genova, fu scelta sovente come residenza estiva da ricchi e nobili signori genovesi. Passeggiare per le vie del Centro Storico di Novi è un po’ come percorrere i corridoi di una galleria d’arte all’aperto capace di offrire in rapida successione apparati decorativi che affiancano al repertorio di finti elementi architettonici, soggetti figurati di vano genere, decorazioni floreali e art déco, introdotti nel XIX secolo.
La tradizione dei palazzi con le facciate dipinte ad affresco si impone a Novi nel XVII secolo, prosegue nel secolo successivo e diventa tratto caratteristico del centro storico cittadino nel corso del XIX secolo. È una caratteristica che avvicina la nostra città alla sua “patria” ideale: Genova; infatti furono proprio i ricchi banchieri genovesi ad imporre a Novi questa moda nel secolo d’oro della Repubblica, il Seicento, e nello stile dell’epoca, il Barocco. Il percorso dei palazzi dipinti si snoda lungo via Roma, via Girardengo, via Marconi e via Gramsci: sarà possibile apprezzare le diverse tecniche del Tardo Rinascimento fino al Liberty di inizio Novecento.
Il rinnovamento urbanistico, seguito allo sviluppo economico determinato dalla presenza a Novi delle “fiere di cambio” per tutto il XVII secolo, ha fatto sì che andassero perse quasi tutte le tracce dei periodi storici precedenti, ad eccezione della torre del castello, con una parte delle mura e i sotterranei dove si trova un antico acquedotto, e della piccola chiesa della Pieve, fuori dal centro storico e un tempo in aperta campagna, dove si può ammirare uno splendido affresco datato 1474, opera di Manfredino Boxilio, pittore pavese attivo alla corte dei Duchi di Milano.
Il percorso delle chiese del centro storico non può che partire dal monumento cittadino più importante in tal senso: la Basilica di Santa Maria Maddalena in Via Abba. Qui è racchiuso uno splendido Calvario ligneo di fine Cinquecento composto da 21 statue a grandezza naturale, oltre a molti altri tesori d’arte dei secoli XVI, XVII e XVIII. Proseguendo in Via Girardengo, si incontra la Chiesa di San Nicolò, progettata a metà Seicento dall’architetto genovese Gio Antonio Ricca.
In fondo alla via, si apre Piazza Dellepiane col duomo cittadino, la Collegiata di Santa Maria Assunta, dalla piazza si può raggiungere via Gramsci dove si affacciano l’antico convento dei Padri Somaschi, l’Oratorio della Misericordia e, in fondo alla via, l’oratorio della Santissima Trinità.
Tutto inizia nel 1836 quando un gruppo di cittadini novesi, guidati dal Sindaco Giovanni Peloso (e alla sua morte, dal suo successore, il Cavaliere Luigi Pavese), inizia a lavorare al progetto per costruire un nuovo teatro “per dare maggior decoro e lustro alla città”.
L’anno successivo, inviata al Re la richiesta di poter procedere, la Commissione per il Teatro, presieduta dal Sindaco Pavese e composta dai “signori” Alignani, Cassissa, Leardi, Panario e Perasso, si attiva per studiarne la fattibilità in base ad un progetto firmato dall’architetto novese Giuseppe Becchi: il teatro sorgerà in via Girardengo e potrà contare su due logge per i cittadini e quarantadue palchi, distribuiti in tre ordini.
I lavori iniziano nel 1838. Con il progettista, coadiuvato dal vice direttore, Giuseppe Cavallo, lavorano il signor Cavaliere Luigi Canonica, architetto reale e Carlo Barabino, che insieme avevano già progettato il Teatro Carlo Felice a Genova.
Il nuovo teatro di Novi, dedicato a Carlo Alberto, apre con solennità i battenti la sera di mercoledì 2 ottobre 1839.
Dopo anni di chiusura, l’ultimo atto risale al 1947 quando la Commissione Provinciale per i Pubblici Spettacoli dichiara il teatro inagibile e ne sospende l’attività, il teatro è stato riconsegnato alla città nel novembre del 2021, grazie ai lavori di restauro. Le soluzioni adottate, coniugando la bellezza degli apparati originali con le più avanzate tecnologie, al servizio del palcoscenico e della platea, restituiscono un teatro realmente accessibile a tutti.
Città natale di Costante Girardengo e di adozione di Fausto Coppi, Novi si è dotata di un grande, moderno e funzionale museo tutto dedicato al ciclismo e ai suoi campioni di ogni tempo, punto di partenza per i percorsi cicloturistici tra le colline delle Dolci Terre di Novi.
La navata centrale ripercorre la storia del mezzo di trasporto e l’evoluzione dei suoi componenti. Le due navate laterali si aprono ad una serie di biciclette e oggetti che narrano le vicende dei più grandi campioni del ciclismo del passato e del presente: Bartali, Gimondi, Moser, Cipollini, Pantani e molti altri.
La sala dei Campionissimi è dedicata interamente a Coppi e Girardengo ed è presente una sezione esclusiva del ciclismo femminile.
Ma il Museo dei Campionissimi non è solo ciclismo: al piano superiore due sale adiacenti la navata centrale ospitano mostre d’arte temporanee e la mostra permanente “Tesori Sacri dalla collezione civica”.
Inoltre vengono organizzati laboratori ludico-didattici dedicati ai bambini e ai ragazzi delle scuole primarie e secondare, per far conoscere loro tecniche e significati delle opere esposte, da cui trarre spunto per lavori artistici e approfondimenti.
Dall'edizione 2016 il MIC (Ministero della Cultura) ha deciso di dare un forte segnale per la promozione di una delle Feste più affascinanti che la cultura possa offrire. La Festa della Musica. Una festa che, come avviene in altre parti d'Europa, coinvolga in maniera organica tutta l’Italia trasmettendo quel messaggio di cultura, partecipazione, integrazione, armonia e universalità che solo la musica riesce a dare. Un grande evento che porti la musica in ogni luogo. Ogni tipo di ...
Per la Rappresentanza la Festa della Musica si è confermata un’occasione speciale per parlare di futuro, cultura e identità europea, ma anche dei tanti strumenti messi in campo dalla Commissione europea a sostegno del comparto culturale e creativo. Tra questi, il nuovo programma Europa creativa è il più grande investimento di tutti i tempi per il settore culturale e creativo: 2,4 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, un sostegno del 63% superiore rispetto alla programma zione 2014-2020, ...
La vocazione musicale è propria di tutti i popoli e di tutte le culture. L’Italia, più di ogni altro Paese, ha espresso la capacità di rappresentarsi attraverso l’espressione spettacolare, come tradizione e come ribellione, come conservazione e come novità. Questo carattere profondamente ludico e drammatico la caratterizza e la vitalizza, rendendola unica e riconoscibile. Inoltre il suo aspetto sempre più multietnico, le permette di accogliere suggestioni transnazionali che rifiutano confini ...