Nell'Alto Medioevo, Bagnacavallo era detta castrum Tiberiacum (Anastasio Bibliotecario, anno 756). Il castrum aveva una funzione strategica: faceva parte della linea difensiva realizzata dai bizantini a difesa del confine con il territorio dei Longobardi. Insieme a Bagnacavallo, anche i vicini centri altomedievali di San Potito, San Biagio e Villa Cornete, hanno la stessa origine.
Il territorio circostante era in larga parte occupato da aree incolte, boschive e paludose (Lugo non esisteva): i pochi documenti scritti del tempo citano infatti una magnum forestum. Nel VII secolo sorse la Pieve di San Pietro in Sylvis: il nome attesta che l'edificio fu costruito al limitare di una selva. L'esistenza di una delle pievi più antiche del territorio testimonia l'antichità dell'insediamento bagnacavallese. Nel 744 il re longobardo Liutprando donò al vescovo di Faenza duecento ettari nella magnum forestum. Bagnacavallo, che ancora oggi si trova nella Diocesi faentina, sorgeva al centro di quest'area.
Dall'edizione 2016 il MIC (Ministero della Cultura) ha deciso di dare un forte segnale per la promozione di una delle Feste più affascinanti che la cultura possa offrire. La Festa della Musica. Una festa che, come avviene in altre parti d'Europa, coinvolga in maniera organica tutta l’Italia trasmettendo quel messaggio di cultura, partecipazione, integrazione, armonia e universalità che solo la musica riesce a dare. Un grande evento che porti la musica in ogni luogo. Ogni tipo di ...
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La vocazione musicale è propria di tutti i popoli e di tutte le culture. L’Italia, più di ogni altro Paese, ha espresso la capacità di rappresentarsi attraverso l’espressione spettacolare, come tradizione e come ribellione, come conservazione e come novità. Questo carattere profondamente ludico e drammatico la caratterizza e la vitalizza, rendendola unica e riconoscibile. Inoltre il suo aspetto sempre più multietnico, le permette di accogliere suggestioni transnazionali che rifiutano confini ...